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BTP Futura 2028

BTP Futura atto secondo, il sole 24 ore del 7-11-20 analizza la nuova emissione rispetto alla precedente, durata minore (8 anni in luogo di 10) ma rendimento più basso.

I rendimenti cedolari sono a step ed esattamente per i primi 3 anni il sottoscrittore percepirà uno 0,35%, dal quarto al sesto anno la cedola salirà allo 0,6% ed infine per il settimo ed ottavo anno il sottoscrittore percepirà una cedola dell’1% lordo. Infine, ricordo che chi compra i BTP Futura all’emissione e li detiene fino a scadenza riceverà un premio fedeltà collegato alla ripresa dell’economia nazionale. Il premio minimo garantito sarà pari all’1% del capitale investito ma potrà aumentare fino a un massimo del 3% dell’ammontare sottoscritto, sulla base della media del tasso di crescita del PIL annuo.

Il rendimento finale del titolo oscillerà quindi fra un 0,73% medio annuo lordo ed uno 0,98%. Il rendimento in oggetto è superiore a quello attuale di un BTP a 10 anni, il cui rendimento si attesta oggi 20-11-2020, allo 0,60% lordo, quindi sicuramente è stato un collocamento ben fatto ed infatti è stato sottoscritto in grande quantità, il tesoro ha ottenuto 6 miliardi di € con questo collocamento, tanti quanti ne ottenne con la prima edizione.

E’ comunque di tutta evidenza che l’eccezionale situazione delle obbligazioni a tassi praticamente nulli, non sarà eterna e quindi questo titolo espone, come tutti gli altri titoli obbligazionari oggi, ad una potenziale perdita qualora si realizzasse nei prossimi 8 anni un rialzo dei tassi, attualmente a zero (cosa probabile). Altro rischio poi, data l’esiguità della cedola è un rialzo dell’inflazione, ricordo che il target europeo è 2%, quindi qualora l’inflazione tornasse al 2% o più, avere un titolo con un rendimento massimo dello 0,98% espone ad una perdita del potere d’acquisto e ad un conseguente calo della quotazione del titolo. Penultima considerazione la faccio sul rating italiano (BBB-), che è appena un gradino sopra il livello di ‘”Junk Bond” per due società di rating su 3 ed un possibile declassamento del rating nostrano porterebbe ad un più che probabile calo della quotazione del titolo. L’ultimissima considerazione la spendo sul paese Italia, ricordando che è un paese con un alto rapporto debito/pil (si stima per quest’anno che arriverà al 160%, nel 2018 era al 135%) e questo non è certamente una buona indicazione sulla salute del paese e quindi sulla salute del debitore. Indebitamenti insostenibili potrebbero portare (ma non è mai successo in Italia) ad una ristrutturazione del debito, con implicazioni drammaticamente negative su tutti i possessori di titoli di stato.

La migliore soluzione è come sempre diversificare, ed inserire in portafoglio oltre alle amate obbligazioni (meglio se ad alto rating), delle azioni, che aiuteranno concretamente a raggiungere i propri obiettivi di lungo periodo. Fondamentale, per tutto questo coinvolgere un consulente finanziario competente con cui condividere e monitorare nel tempo il proprio progetto di gestione del patrimonio di famiglia.

Sono Sergio Badalà, un consulente finanziario che ha sede operativa a Catania ma sempre disponibile a spostamenti fuori sede per andare incontro alle esigenze della clientela, resto quindi disponibile con chiunque per approfondimenti in privato.

Sole 24ore del 7-11-2020

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