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Il conto corrente: vera sicurezza?

La pillola di riflessione finanziaria odierna afferisce uno strumento che quasi tutti oggi utilizziamo, il conto corrente ed un antico adagio, dell’italico risparmiatore medio, che lo riguarda:

“dottore Badalà i soldi me li tengo sul conto, così sono sicuro di non perderci!”

Questo approccio, comune a sfiduciati signori di mezza età che ricordano, nostalgici, i favolosi rendimenti a doppia cifra degli anni ’70-’80, fa trasparire molto bene alcuni problemi classici del risparmiatore medio italiano:

  • Scarsa cultura finanziaria ( si ignora molto spesso, nella propria vita finanzaria, il peso dell’inflazione sul denaro e l’incidenza dei cicli economici)
  • Scadente qualità dei professionisti incontrati fino ad oggi, professionisti o presunti tali, che non hanno inciso minimamente sulla cultura finanziaria di questi clienti ed anzi, piazzando prodotti scadenti per pura redditività personale o della propria banca, hanno aggravato la sfiducia verso tutto il settore.
  • Senso di rassegnazione ed impotenza da parte di questi clienti, che implica come conseguenza, menefreghismo assoluto verso il proprio denaro, francamente difficilmente comprensibile e giustificabile.

Capita così di imbattersi in gentili signori che tengono anche 150.000 euro o più sul conto corrente, perché non sanno che farne, in attesa di programmati acquisti immobiliari o di chissà quali altre inattese spese folli da sostenere in un futuro prossimo che probabilmente non arriverà mai.

Cerco allora di riflettere con loro sulla reale o meno imminenza di queste spese, liberando dal conto le risorse non necessarie al loro ordinario vivere, ottimizzandole.

RISK MANAGEMENT CONCEPT

Una programmazione finanziaria seria, fatta con un professionista serio, dovrebbe infatti considerare tutti gli aspetti della vita finanziaria del cliente: famiglia, lavoro, reddito, spese, patrimonio, tutele assicurative. La pianificazione continuerebbe poi con una ripartizione del denaro su varie scadenze e con diversi profili di rischio rendimento. Per semplificare e non annoiare immaginiamola come una madia a 4 cassetti insomma, questa è la programmazione finanziaria, in un cassetto le maglie, in uno le camicie, in un altro l’abbigliamento casalingo, in ultimo i maglioni. Avere tutto ben ordinato ed a disposizione vuol dire non farsi cogliere alla sprovvista e programmare al meglio la disponibilità del proprio denaro in base a quando serve, sapere insomma quale cassetto aprire al bisogno.

In estrema sintesi, una seria programmazione finanziaria permette di passare dalla visione classica italiana che io definisco orizzontale, cioè tutto su un piano, il conto corrente appunto, ad una visione verticale, nell’esempio la madia con i vari cassetti, dove tutto è programmato e funzionale. Non più quindi una sola cosa (il conto) ma diverse cose (i cassetti) per tutti i progetti di vita e le varie esigenze (figli, protezione, previdenza, imprevisti).

In conclusione, tornando al gentile signore della nostra storia, egli dovrebbe tenere sul conto non più di 2-3 volte il reddito netto mensile (generalmente 5.000 -10.000), tutto il resto (140.000) dovrebbe essere ripartito (nei vari cassetti) a seconda delle esigenze e degli obiettivi di vita che egli pone per sé e per la sua famiglia.

Ultima nota, tenere tutto sul conto perché “non si perde”, non è solo una scelta sbagliata per l’assenza di programmazione e quindi di ottimizzazione del rendimento delle proprie sostanze, lo è anche perché l’inflazione, cioè il costo della vita, che io definisco, “il piccolo mostro silenzioso” erode il nostro denaro ed il nostro potere d’acquisto. Essa viaggia mediamente intorno all’1% annuo e quindi in 10 anni vuol dire avere perso almeno il 10% di potere d’acquisto dei propri soldi, equivale quindi a dire, nell’esempio di prima, che i 150.000 euro di oggi, per poter comprare le stesse cose fra 10 anni, dovranno diventare 165.000 euro altrimenti comprerò di meno, avrò quindi perso potere d’acquisto. Ecco quindi il risultato paradossale, per non andare incontro ad una teorica e poco probabile perdita, si accetta di buon grado una perdita certa di denaro ma apparentemente invisibile.

Ringrazio i gentili lettori per l’attenzione dedicatami anche stavolta e invito tutti per ogni chiarimento od approfondimento sui temi trattati a contattarmi in privato. Sono un consulente finanziario che vive e lavora a Catania ma sempre disponibile a spostamenti per le esigenze dei clienti fuori sede.

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