Dopo aver affrontato uno degli argomenti più cari agli italiani, le obbligazioni, oggi tratterò un argomento che da sempre ci affascina e contemporaneamente impaurisce, le azioni. Affascina i più avventurosi e gli amanti dei giochi d’azzardo, impaurisce invece chi cerca “rendimento ma senza rischio”, un altro concetto fortemente amato dalla italica gente.
Davvero quando parliamo di azioni abbiamo a che fare con un surrogato della roulette? Dopo 20 anni di presenza sul mercato del risparmio e dopo aver parlato con tanti italiani di investimenti, posso senza dubbio affermare che alberga molta confusione sul tema ma rivelo subito il finale: le azioni non sono così pericolose e non sono certamente un gioco da casino.
Wikipedia le definisce così:
“Un’azione, nella finanza, è un titolo rappresentativo di una quota della proprietà di una società per azioni. Il possessore è detto azionista e l’insieme delle azioni della società è detto capitale azionario (distinto dal capitale sociale risultante dal bilancio aziendale). “
Tutto chiaro? Forse no, facciamo un esempio: compro una azione di Banca Intesa a 3,2 nel giugno 2015 divento così un azionista, cioè detengo un pezzettino dell’azienda e la buona o cattiva gestione della banca ed il buono o negativo andamento del settore bancario, si rifletterà nel valore della quota ed inciderà sul mio guadagno o perdita (rischio specifico e rischio sistematico). Oggi, giugno 2020, Intesa quota 1,6 ho sempre lo stesso numero di quote azionarie ma il controvalore del mio investimento è diminuito del 50%, quindi se avessi investito 50.000 euro 5 anni fa, oggi il controvalore sarebbe 25.000. Il capitale, con investimento azionario, non è garantito e quindi per recuperare i miei soldi devo sperare che il titolo da 1,6 si rivaluti del 100% per tornare a 3,2. Potrà succedere? Nessuno può dirlo con certezza, molti titoli azionari italiani fra cui Intesa sono sotto i valori del 2000 cioè di 20 anni fa (quando la storica e prestigiosa banca italiana quotava ben 5 euro per azione e quindi oggi perde circa il 70% da quel valore). In altri casi il -70% è stato anche +200% su questi orizzonti temporali (più di 5 anni) e questo spinge gli impavidi sognatori di smodate ricchezze e gli amanti dei giochi di azzardo a cimentarsi nel “gioco” del trading e puntare sulle azioni come sul rosso o il nero al casinò quasi sempre con logiche quantomeno discutibili ed in totale assenza di money management. Il -70% dell’esempio spinge invece i più responsabili e rispettosi dei loro risparmi a non avventurarsi per strade così perigliose scartando il mondo delle azioni dal loro universo investibile. Entrambi queste scelte sono da censurare, il trading ha portato il 90% di chi si cimenta a perdere soldi, invece, l’eliminazione dell’asset azionario dai portafogli riduce di molto le performance degli stessi senza un valido motivo.

Questo esempio da me fatto è un estremo ma rappresenta bene alcune scelte di investimento fatte dagli italiani in questi anni, scelte che hanno poi spesso spaventato ed allontanato per sempre da questo asset. Nella realtà però il mondo delle azioni non è fatto esclusivamente da singoli titoli ma soprattutto da altri strumenti di investimento ad esse legati (fondi ed etf) con rischi infinitamente più bassi rispetto ai singoli titoli azionari. A loro volta questi strumenti, mixati con altri che investono su asset diversi, rendono il portafoglio molto stabile e praticamente impossibile al risparmiatore ritrovarsi con un -70% dopo 20 anni.
Per chiarire anche questo concetto con un esempio, utilizzerò stavolta lo S&P500 cioè un indice azionario USA con dentro 500 aziende (non 1 come prima) che nel giugno 2015 valeva 2.100 e oggi, giugno 2020, 3.000 circa. realizzando quindi una performance positiva di +43% in 5 anni. L’indice in oggetto nel giugno 2000 valeva invece 1.500 circa, con conseguente raddoppiamento del capitale, per chi lo avesse ancora in portafoglio da allora. Una grande differenza quindi rispetto all’esempio precedete.

Da quanto appena detto possiamo trarre qualche conclusione sul mondo azionario con maggiore oggettività. Uno strumento efficiente e diversificato come lo S&P500 nell’esempio, con tantissimi titoli in portafoglio ma qualsiasi fondo o etf azionario ha caratteristiche simili, elimina il rischio specifico e lascia solo il rischio mercato (sistemico) rendendo così infinitamente meno rischioso l’investimento azionario in oggetto rispetto a quello fatto su uno solo o pochi titoli. Ciò è confermato anche dal dato sulla volatilità (misuratore delle oscillazioni dei titoli e valido indicatore di rischio), il singolo titolo aveva una volatilità di 40, lo S&P500 (quindi uno strumento con più titoli) solo 15, ben 3 volte meno, eppure parliamo sempre di azioni! Bisogna quindi comprendere fino in fondo il rischio e l’efficienza di ciò che stiamo acquistando perché altrimenti si possono correre inutili rischi o perdere grandi opportunità basandosi solo sul sentito dire. Elemento fondamentale da valutare per una corretta gestione dei propri risparmi è quindi il rischio complessivo dell’investimento ed il rapporto rischio-rendimento.
Queste considerazioni, restituiscono alle azioni il loro ruolo, non più biglie in una roulette come nella visione di alcuni ma “indispensabili componenti di portafoglio” per chi vuole guadagnare il giusto nel tempo al fine di mantenere il proprio potere d’acquisto e tenore di vita.
Chiaramente questo asset importante ma molto volatile, non va mai usato da solo! Va tarato insieme ad altri strumenti per ridurre i rischi complessivi (diversificazione) ed adattare il portafoglio così creato alla diversa capacità di tollerare il rischio, che ognuno di noi ha (risk management).

Risulta a questo fine spesso indispensabile la presenza di un professionista fidato con cui creare un articolato e definito progetto finanziario, consulente che, fra i suoi requisiti fondamentali deve avere quello di sapere individuare la corretta tolleranza massima di volatilità accettabile da ogni investitore, per evitargli di incorrere in gravi errori di finanza comportamentale ed in conseguenti perdite a volte non recuperabili.
Per dubbi, chiarimenti o più approfondite esigenze di analisi del vostro patrimonio, resto a disposizione. Sono un consulente finanziario che vive e lavora a Catania ma sempre disponibile anche ad incontrare persone non residenti nella mia stessa città. E’ chiaramente raccomandabile, specie in tempo di covid-19, un primo contatto on-line.