Skip to content Skip to footer

Il rischio negli investimenti finanziari

Parlare di rischio negli investimenti finanziari è sempre molto complesso, soprattutto se fai il consulente finanziario a Catania, terra si assuefatta a vari tipi di rischio ma lontanissima dall’accettare che la remunerazione del proprio risparmio passi da qualche, seppur minima e temporanea, oscillazione negativa del capitale investito.

Partiamo dalle origini del problema, ed iniziamo la trattazione dell’argomento odierno, parlando del mercato obbligazionario, la stella polare degli investimenti per noi italiani visto che siamo sempre stati abituati ai mirabolanti rendimenti sicuri dei nostri titoli di stato e ad un connesso apparente rischio prossimo allo zero. Faccio un esempio con l’intento di esplicitare bene un concetto in realtà non così semplice. In Italia negli anni 90 il tasso di un BTP a 10 anni era prossimo al 15%, che, a fronte di una inflazione del 6% (dato che peraltro molti trascurano), portava ad un altissimo rendimento reale del 9%. Acquistando quel titolo, prendevo però un impegno a 10 anni, compravo rischio quindi (il lungo periodo), e facevo ben tre scommesse. La prima sul paese Italia (il fallimento avrebbe dissolto il mio investimento), la seconda su di un calo od un mantenimento dei tassi d’interesse, perché se nei successivi 10 anni avessimo assistito ad un rialzo degli stessi, ciò avrebbe portato il mio investimento a vedere una contrazione del rendimento inizialmente calcolato del 9% reale, infine la terza scommessa era sull’inflazione dei successivi 10 anni, perché a fronte di impennate inflazionistiche (peraltro già verificatesi negli anni 80), il rischio di ottenere rendimenti reali addirittura negativi dal mio investimento “sicuro” era dietro l’angolo.

Sappiamo com’è andato a finire il film, i tassi sono crollati fino allo zero nei successivi anni, l’inflazione idem ed il paese, anche se ammaccato, è ancora qui, quindi è stato un grande affare per chi ha acquistato in quel periodo, con quei tassi, titoli con scadenze molto lunghe. Quanti di voi, prima di queste mie parole hanno però coscientemente riflettuto e scelto di comprare quei rischi? Forse pochissimi, perché il rischio generalmente ci spaventa, lo leghiamo ad altre tipologie d’investimento (le azioni) e siamo impavidi spesso semplicemente quando non conosciamo a fondo una cosa, forse anche per questo l’italiano non ama approfondire troppo le tematiche legate alla propria cultura finanziaria, notoriamente non un suo punto di forza.

Il rischio quindi esiste anche nel caro mercato obbligazionario, ed oggi, coi tassi a zero è molto più alta la possibilità con un investimento esclusivamente obbligazionario di incorrere in perdite più che in guadagni nei prossimi anni. Lo scenario oggi è infatti il reciproco di quello del 1990 dove il crollo dei tassi ha portato evidenti vantaggi e benefici ai possessori di titoli obbligazionari, in futuro probabili rialzi di tassi, porteranno loro solo svantaggi.

Perché si investe ancora spesso solo in obbligazioni allora? Per altri motivi, ad esempio perché l’investitore ragiona solo sul passato e sulle consuetudini, oppure per effetto della sua atavica convinzione della scarsa necessità di consulenza, almeno fino a qualche anno fa, e la contestuale scarsa autorevolezza (magari anche preparazione) della precedente generazione di consulenti finanziari (spesso semplici venditori di prodotti),il mio è un mestiere ancora molto giovane, con una reputazione ed un ruolo in pieno consolidamento.

Il mercato azionario da sempre individuato dal risparmiatore come pieno di rischi ed insidie ma anche visto come motore per la creazione di smodate ricchezze

Oltre al rischio obbligazionario, ampiamente dibattuto in precedenza, va poi considerato quello del mercato azionario, e qui si va invece dalla parte opposta nella percezione comune, se le obbligazioni (in particolare i titoli di stato italiani) sono percepiti come un porto sicuro, le azioni, restando sul marinaresco, sono invece percepite come un mare tempestoso sempre pronto ad inghiottire la nostra imbarcazione. Anche in questo caso, non è così. Il mercato azionario, inquadrato nella giusta prospettiva temporale (almeno 5 anni) e con un adeguato ed efficiente strumento finanziario come veicolo di performance, arriva senza troppi patemi generalmente al risultato atteso ed aiuta il portafoglio a raggiungere l’efficienza.

Legato al mercato azionario, uno dei pericoli più frequenti è individuabile grazie alla finanza comportamentale, ed è l’home bias, cioè sopravvalutare le informazioni che si possiedono sui titoli domestici rispetto a quelli stranieri ed essere conseguentemente portati ad investire su titoli italiani verso cui ci si sente più “competenti”. Questo spesso ha come effetto diretto quello di investire in uno dei mercati azionari peggiori al mondo (il nostro), magari scartando i mercati migliori ed efficienti.

Sempre legato al mercato azionario, un altro pericolo poco considerato è relativo allo strumento finanziario scelto, un conto è comprare un singolo titolo, dove insieme al rischio mercato, compro 3 rischi (management dell’azienda, settore e area geografica di appartenenza della stessa) e quindi la performance ed i connessi pericoli saranno molto più alti. Un altro conto invece è comprare uno strumento finanziario rappresentativo dell’intero mercato azionario in generale con più di 1.000 titoli al suo interno, il rischio in questo secondo caso sarà infinitamente più basso e rappresenterà efficientemente il mercato di riferimento. Ciò implica ad esempio che dopo 20 anni se ho scelto un titolo che è andato bene avrò performance altissime, se avrò scelto un titolo che è andato male potrei non rivedere mai più i miei soldi investiti, invece con un efficiente strumento rappresentativo del mercato (non 1 solo titolo) ciò non potrebbe accadere. Il rendimento del mercato azionario negli ultimi 20 anni è stato del 7% circa, credo che avrebbe fatto felici molti risparmiatori, è così necessario comprare il biglietto della lotteria e sperare di aver investito su uno dei titoli vincenti e non su uno dei tanti perdenti? Stiamo parlando del tenore di vita della propria famiglia, lo vogliamo affidare ai gratta e vinci o ad una robusta ed efficiente struttura di investimento? Il problema è che molto spesso questa è una scelta inconsapevole.

Andiamo avanti ed analizziamo un altro rischio legato agli investimenti, cioè la scelta oculata e sensata dell’orizzonte temporale entro cui potrebbero servire le somme investite. Se compro ad esempio mercato azionario quando penso che i soldi mi serviranno fra 1 anno mi espongo ad un’alta possibilità di perdere denaro, possibilità che si riduce man mano che traslo in avanti il momento in cui mi serviranno quei soldi, un orizzonte temporale corretto per gli investimenti azionari è di 5-7 anni, e la scelta di questo, abbassa di molto la possibilità di incorrere in perdite al termine del mio investimento. Se ho a disposizione orizzonti inferiori dovrò modificare la mia strategia di investimento per non incorrere in perdite dolorose.

L’inflazione, il piccolo mostro che riduce il nostro potere d’acquisto

Un altro pericolo scarsamente considerato è l’inflazione. Gli investimenti sono rischiosi? Non mi fido? Non so che fare? Bene allora non faccio nulla li lascio sul conto ed aspetto, questa a volte è la via scelta da un risparmiatore confuso e diffidente. Cosa si aspetti, spesso non lo sa nemmeno colui che fa questa scelta ma in ogni caso, questa decisione lo condanna ad una perdita certa di denaro nel tempo, considerando che l’inflazione italiana si attesta intorno all’1% e che al suo livello target dovrebbe essere intorno al 2%, in 10 anni di attesa coi soldi sul conto, il pavido risparmiatore, avrebbe certamente perso il 10-20% del proprio potere di acquisto. Ad esempio 100.000 euro diventerebbero sempre 100.000 euro al termine dei 10 anni ma nel frattempo ciò che costava 100.000 euro costerà 120.000 euro, portando quindi una perdita reale di 20.000 euro del potere d’acquisto del suo denaro!

L’immobile da sempre visto come l’investimento sicuro e privo di rischio per definizione in italia

C’è poi un ultimissimo investimento che ha pure una forte connotazione aleatoria, ma questo investimento gode di stima incondizionata dalle nostre parti, addirittura più del mercato obbligazionario (incredibile dictu), sono certo che siete già giunti alla soluzione ed avete individuato questo gioiello privo del tanto odiato rischio: l’immobile! Questo è il classico investimento percepito come risk free che sta esattamente dall’altra parte della barricata. L’immobile è illiquido (per venderlo occorrono almeno 7-12 mesi generalmente), non trasparente (ognuno è convinto che il proprio immobile valga almeno il 30% in più del reale valore di mercato), è legato a tantissime variabili come l’evoluzione della demografia nell’area di riferimento (domanda e offerta cambiano molto in base alla demografia), alle calamità naturali e perché no anche ai cicli economici. L’investimento in immobili è quindi altamente rischioso, e visto il lungo orizzonte temporale in cui dovrebbe portare i suoi rendimenti, è anche uno degli investimenti dagli esiti meno prevedibili e più vincolanti, insomma è veramente difficile immaginare l’esito finale della scelta di investimento immobiliare, contrariamente a ciò che si pensa.

Un esempio aiuterà a riflettere, a Catania la città dove vivo, 10 anni fa un immobile di 100 mq in pieno centro lo acquistavi intorno a 400.000 euro, oggi con 250.000 euro porti via il sempre meno desiderato, mattone anni 70. Facendo una valutazione meramente economica e non affettiva, in 10 anni hai perso 150.000 euro, circa il 40%!!!! Immaginate cosa mi sarebbe accaduto se avessi portato un rendiconto decennale ad un cliente, su un investimento spacciato come sicuro, con un rendimento del -40%?

La Pianificazione finanziaria è la soluzione al problema

Il rischio comunque e concludo, più grande e trascurato di tutti in assoluto è: l’assenza di pianificazione finanziaria, cioè l’assenza di un dettagliato e monitorato progetto di gestione e di rivalutazione nel tempo del mio patrimonio, ma di questo ne parleremo approfonditamente in una prossima puntata.

Leave a comment